Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

martedì 27 gennaio 2015

Roba da Gatti: L'Imitone

Il Ggatto compierà 5 mesi il 29 gennaio ed è in piena fase emulazione
anche lui, come a suo tempo La Gigghi, imita tutto quelle che riesce. 
imita me, imita la sorella ma sopratutto imita Ego, suo grande amore. 
Tra loro c'è il feeling che c'è tra me e La Gigghi... le coccole quelle vere con gli occhi succhiusi, le carezze con i gommini e i versetti compiaciuti. la differenza è che lui va in brodo di giuggiole per un nonnulla che riguardi suo padre e lo fa ovunque senza pudore alcuno, La Gigghi invece ha bisogno che non ci sia nessuno, che ci sia silenzio e che io non mi dedici ad altro che a lei.
Come avevo già constatato La Gigghi è poco felina e molto umana nei modi, sicuramente per colpa nostra che l'abbiamo trattata come una bambina fin dal primo giorno. 
Il Ggatto imitone quindi, sta diventando esattamente come lei.
Qui vi avevo fatto vedere come faceva la cacca la Gigghi, dopo i primi mesi di attenta analisi delle nostre sedute.
Indovinate come fa la pipì il Ggatto?



Sua sorella lo osserva sdegnata
...e poi lo lava, che lui è uno zozzone.
Lui, ahimè, la fa nel bidè.
Quando è arrivato ha iniziato immediatmente a farla nella lettiera, poi un bel giorno ho trovato della pipì nella doccia e iniziando ad osservarlo ho capito che la faceva nel bidè ma la precisione nel centrare il buco era tale che al mio rientro non trovavo alcuna traccia. Inutili i tentativi di dissuaderlo prendendolo appena si mette in posizione e mettendolo nella lettiera - la fa lì quella volta e la volta dopo torna nel bidè. La doccia abbiamo imparato a tenerla chiusa ma il bidè è impossibile, ho pensato a coprirlo con qualcosa ma non lo faccio per timore che poi la faccia altrove in luoghi ben più ardui da pulire. Credevamo fosse una cosa di passaggio mentre ad oggi, tre mesi che è con noi, sembra che lui non abbia alcuna intenzione di cambiare abitudini. Inizialmente il veterinario temeva che avesse dolore/bruciore anche se era molto piccolo per avere già un infiammazione. mi aveva detto di stare attenta alla pipì, che non ci fosse sangue che non ho mai trovato così come non ho mai individuato altri sintomi di una cistite. Quindi il veterinario ne ha concluso che si tratta di un disturbo comportamentale e quando gli ho detto che ama guardare noi mentre facciamo la pipì, sopratutto Ego di cui segue la faccenda appassionatissimo, ha sentenziato che è sicuramente una questione di emulazione. Vuole farla come Ego quindi usa il sanitario - probabilmente se lasciassimo aperto il wc avrebbe preso a farla lì cadendo pure nel buco una tantum - ed è ecco anche perchè spesso appoggia solo le zampe posteriori e cerca di stare "in piedi" per farla, con scarsi risultati ora che è piccino ma buone possibilità di riuscirci in futuro con l'esercizio. 
La Gigghi, che come ormai sapete è maniaca dell'igene e bacchettona, non se ne fa una ragione e ogni volta lo guarda ad occhi sgranati per poi obbligarlo a lasciarsi pulire da capo a piedi appena finisce. 
E io spruzzo igenizzante come se piovesse. 

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lunedì 26 gennaio 2015

Questo gennaio

si sta rivelando tutto fumo e niente arrosto. 
nello specifico, tanti buoni propositi ma niente di concreto, niente di buono almeno. 
A pensarci bene era prevedibile, anche l'anno scorso è stato un mese di merda. Ego aveva distrutto la macchina, lasciato il lavoro e forse qualche altra cosa che non ho voglia di andare a ricordare. 
Continuo ad arrancare, iniziare cose e lasciarle in sospeso, perchè dimentico un pezzo, perchè non ho voglia, perchè non funziona... e vivo con questo perenne senso di insoddisfazione. 
Devo riuscire a rimapparmi il cervello prima di sprofondare in un mare di inquetudine, ma non oggi che è un giorno troppo scuro per aspirare a qualcosa di meglio che arrivare a letto salva. 
Mi sono di nuovo fatta annientare dal meccanismo troppo sonno/zero sonno. stanotte alle h 4.39 smettevo di guardarmi la dodicesima intervista delle Invasioni Babariche su you tube e cercavo di addormentarmi. 
Inutile dire che stamattina ero a pezzi, ma a pezzi sul serio, con tanto di occhi inniettati di sangue che neanche quando facevo le notti brave e arrivavo in ufficio senza aver toccato un letto dal giorno prima. Mi sono spaventata per gli occhi e il senso di ebrezza che avevo provando a concentrarmi su qualcosa che non fosse accendere una sigaretta così ho deciso di dormire un ora in pausa pranzo e questo probabilmente mi ha dato la forza di essere ancora sveglia adesso. Tra l'altro ora che arrivo a casa non voglio affatto dormire, ho intenzione di pulire il forno e i vetri del bagno, perchè mi è partita la brocca delle pulizie serie anche se non siamo a pasqua. Sabato mi sono pulita a gattoni tutto il battiscopa dell'entrata e della camera da letto dove c'erano ancora residui della vernice di settembre che ho elegantemente grattato via con il coltello. 
Con tutti i progetti che ho in testa, sembra che al momento riesca solo a pulire - che è una delle cose che più detesto.
Menomale che domani è il martedì felino e il lamentio è vietato.

giovedì 22 gennaio 2015

che dolore signori.

che dolore vedermi catapultare nel mondo dei comuni mortali con una spia luminosa di errore sulla testa. 
che dolore lancinante, una freccia dritta al centro del mio orgoglio di perfezionista maniaca. 
Ho fatto una cazzata, e mi tocca pure dirlo ad alta voce. i due famosi appuntamenti dal dentista, rimandati da settembre a ottobre perchè a settembre ho la fiera e non capisco un cazzo tutto il mese. da ottobre a novembre perchè avevo da ribaltare la Gcasa per la venuta dei suoceri, da novembre a dicembre perchè dopo due mesi così voglio stare un po' tranquilla, da dicembre a gennaio perchè a dicembre ci sono le feste e l'appuntamento non me lo danno quando voglio io. una marea di cazzate. centocinquanta giorni di palle, di procrastinazione ostinata e convincente. per non spendere un ora e mezza del mio tempo in un posto a dieci minuti da casa. 
Che dolore, non poter sfanculare senza pietà l'ortodonzista con la puzza sotto al naso che ogni volta mi controlla pure l'etichetta delle mutande. che dolore lasciare che mi rimproveri di aver fatto passare troppo tempo e aver così lasciato scadere il tempo utile a richiedere un ulteriore perfezionamento per un canino che secondo lei non è perfetto. Parliamoci chiaro, lo so anche io che quel canino non è perfetto, lo vedo, ci vedo. è una cosa che avevamo già preso in considerazione prima delle mascherine di perfezionamento e che io avevo dato per assodata. quel canino non sarebbe mai stato perfetto, inshallah al canino. tutti gli altri denti sono dritti con il risultato di una dentatura dritta, obbiettivo raggunto, toglimi sti attachment, mettimi sti fili di contenzione che me ne vado e tu non mi vedi mai più manco fossi l'ultimo dentista rimasto sulla faccia della terra. Se fossi andata a settembre mi avrebbe convinta a richiedere altre maschierine e adesso avrei finito pure quelle, ora le mascherine non si possono più richiedere e io mi sono vista mio padre lì di fianco alla poltrona, con il suo giubotto blu e il berretto che mi diceva eh no Micol, non si fa così. le cose quando si iniziano, si finiscono. le cose si fanno bene. è una volta nella vita e poi li hai dritti per sempre. ho speso cinquemila euro mica per farti stare col canino storto. 
Alla fine, dopo un ora in cui ho alternato la voglia di spiaccicare il viso della dentista nel lavandinetto per gli sputi e l'esigenza di scoppiare in un pianto puerile mugugnando io ho un probelma, io procrastino le cose, aiutatemi si è deciso che rimetterò una mascherina indietro di quattro o cinque numerazioni e riproveremo a fare gli ultimi mesi del percorso. cosa può cambiare se non è già successo? innanzittuto le ultime non le ho più portate seriamente, ma questo la tipa non lo sa, poi lei sostiene che del tartaro - tolto la settimana scorsa - possa aver creato uno spessore tra la mascherina e i denti impedendo che facessero il loro lavoro. A me sembra una cazzata bestiale ma ora il mio senso di colpa verso l'ultimo regalo che mi ha fatto mio padre mi impedisce di prendere una decisione diversa. In breve: finirò un anno dopo una cosa che poteva finire un anno prima, con un risultato non buono come sarebbe potuto essere, dovendo probabilmente rivivere questa fase di ultimo sforzo con inserimento attachment, eliminazione attachment, detartrase e inserimento filo. 
Un cocktail questo, che contiene gli ingredienti giusti per annientarmi. 
sensi di colpa, angoscia, scontentezza e malesseri vari. che dolore signori.

martedì 20 gennaio 2015

Roba da Gatti: Di feste pelose

Primo appuntamento 2015 della rubrica felina.
Sono un tantino bloccata, ci sarebbero talmente tante cose di cui raccontare che non so da dove iniziare. 
Ho trascurato l'appuntamento perchè quando ho poco tempo per scrivere do priorità ad altro e perchè il martedì pare esserci una congiura cosmica per cui è sempre un giorno di merda.

Inizierei dalle feste, passate anche per i Ggatti. 
Babbo Natale è arrivato anche per loro, ed è eccoli mentre scartano i regali:





LaGigghi ha capito che la cosa la riguardava e ha "aiutato" Ego ad aprirle il pacchetto mentre il piccolo se n'è infischiato finchè è stata solo carta e ha iniziato ad interessarsi solo a giochino scartato.
Mentre Ego faceva questo sul divano, io facevo il video da pazza maniaca "il primo natale del Ggatto" che si aggiungerà a quello dell'anno scorso "il primo natale della Gigghi". 
Se mai deciderò di riprodurmi mi auguro di aver avanzato un po' d'entusiasmo.

Il capodanno dei Gagtti invece è stato in Gcasa con il televisore acceso a volume sostenuto, l'amicagattaraD. è andata ad accenderglielo e a rispegnerlo il giorno seguente. era la prima volta che li lasciavamo da soli da quando il Ggatto è arrivato. Ricordiamoci che il Ggatto è stato voluto con l'intenzione di dare una compagnia alla Gigghi, con grande sollecitudine di Ego, altrimenti sarebbe arrivato tra anni in una casa più grande e più adatta al calpestio di dodici zampe. ebbene, io ero tranquilla, mentre Ego era in ansia esattamente come prima dell'arrivo del Ggatto. si trattava di tre giorni e due notti mentre noi eravamo a Barcellona e se la sono cavata egregiamente, la cosa che ci preoccupava erano i petardi ma al nostro ritorno non sembravano averne risentito per niente.
Durante il viaggio dall'areoporto a casa sono partite le scommesse sulle reazione dei pelosi, io quotavo che LaGigghi sarebbe stata felice di vederci e rufianona e che il piccolo avrebbe fatto l'offeso almeno le prime ore, Ego votata il contrario. 
Ecco, la reazione dei pelosi è stata quella di due che stanno dormendo e tu che arrivi tutto allegro e chiaccherone gli dai un bel disturbo, alla facciazza nostra. 
Chissà che alla fine noi ci facciamo un sacco di paranoie e sti due stanno molto meglio quando noi non ci siamo?!  
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giovedì 15 gennaio 2015

Come da previsioni, il "malessere" del coinquilino sta prendendo pieghe importanti.

Ora siamo nella fase carenze emotive che è la peggiore subito dopo a quella della nullafacenza terapeutica - non faccio una mazza e domani sto bene, non posso nemmeno parlare, posso solo stare sul divano. e giocare alla playstation.
Nella fase carenze emotive Ego ha bisogno di sentirsi considerato, possibilmente viziato e coccolato.
Il tutto si sviluppa sempre nelle medesime forme, inizia a rimanerne provato se non rispondo al telefono perchè sono con il capo, si offende se rispondo distrattamente alla sua richiesta di cosa si mangia stasera - che rientra tra le domande che più mi irritano in assoluto e l'ho addestrato a non fare mai - ed esplode in un angoscia senza fine quando arriva a casa. di solito mangia senza lamentarsi ma finito il pasto inizia ad aprire sportelli alternando frigorifero e dispensa domandandomi se c'è qualcosa di dolce, di morbido, di salato, di secco, e al mio ultimo no amore scoppia in una lamentela pedante e monocorde su quanto io poco pensi a lui, sia egoista e tirchia, pensi soltanto a me stessa e mai ai suoi bisogni.
seppur ogni volta mi lasci perplessa come fosse la prima, ormai ho capito l'antifona. lo zittisco ricordandogli che non gli è vietato l'accesso nei supermercati e che in casa faccio tutto io e lui si limita ad andare a lavorare, cibarsi e fare la cacca, tenendogli poi il muso fino al giorno dopo ma in relatà non mi incazzo più.
Forse anche perchè so', che un poco di ragione ce l'ha. Analizzando solo l'aspetto scorte della Gcasa, effettivamente un po' di ragione gliela si riconosce. io non voglio ingrassare e dato che se ho in casa una cosa che mi piace me la mangio e non ci sono buone volontà che tengano, cerco di non comprarla proprio. La nutella però, senza la quale la mia colazione del weekend perde di senso, faccio in modo che non manchi mai. Lui ci tiene a poche cose tra le quali il pane, io glielo compro se passo davanti al panettiere per sbaglio quelle due volte al mese, gli yogurt, che gli compro ogni volta che vado al supermercato ma quando li finisce finchè io non vado di nuovo al supermercato si attacca, e qualcosa di fresco tipo affettati e formaggi, cose che io compro raramente perchè non ho voglia di farmi la coda al banco dei freschi e buonanotteaisuonatori.
Non sono la moglietttina fru fru che perde un ora a cercare parcheggio in centro per andare dal macellaio a comprargli un etto e mezzo di crudo san daniele. ma lui non è l'uomo che si porta i pesi senza fiatare, aggiusta le tapparelle rotte e stura il lavandino del bagno.
Comunque ieri, tra il dentista e una visita non preventivata a mio nipote IlGrande ricoverato in ospedale con l'asma, avevo un ora da impegnare. sono andata alla coop e gli ho comprato un sacco di fregnate che so gradire molto.
Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che quando lui mi espone qualche lamentela, anche se inizialmente mi incazzo come una iena, poi cerco sempre di migliorare quello che a lui non va bene. 
Lui con me non lo fa, a volte pare che nemmena mi senta parlare. 
Il vittimismo però è durato pochissimo lasciando subito spazio al pensiero seguente. In realtà io non lo faccio perchè mi dispiace che lui non sia soddisfatto ma perchè non sopporto di offrirgli un occasione per potermi rimproverare. che io abbia manie di perfezione è cosa certificata e pubblicamente riconosciuta, se qualcuno può avere qualcosa da redarguirmi significa che perfetta non sono e questo non va bene. 
La conclusione è che da qualsiasi lato la guardi io rimango un egoista e Ego ha ragione. 
L'importante è che nessuno glielo dica.  

mercoledì 14 gennaio 2015

Io ancora mi racconto

che l'anno è appena iniziato, che il ritmo è giusto sia contenuto e morbido... ma in realtà le cose sono ripartite con la solita spinta frenetica già da un pezzo. Ieri sono mancata da casa tutto il giorno e alle ventidue faticavo a tenere gli occhi aperti, oggi devo andare ad uno dei due famosissimi appuntamenti dal denista che ho rimandato da settembre. Me la faccio sotto naturalmente, oggi detartrase, ma oltre a questo c'è il fatto che arriverò tardi e che se non vado a fare della spesa tra un po' Ego se ne andrà a mangiare da sua madre - che a pensarci bene bene non sarebbe nemmeno così malaccio. 
Compatibilmente con impegni di questo tipo comunque, sto mantenendo il mio proposito nell'atteggiamento.
In normali circostanze, nonostante l'occhio chiuso, ieri mi sarei ammazzata a stendere perchè sennò per domani che stiro non asciuga, a fare un altra lavtrice sennò poi restiamo senza asciugamani, a fare la lavastoviglie perchè poi domani non ho il tempo, e altre cose di questo tipo che alla fine mi avrebbero fatto andare a dormire un ora dopo. ieri invece ho pensato pazienza e me ne sono andata a letto.
Non ci si annoia mai comunque - in realtà io sono così annoiata da farmi improbabili preventivi di viaggio in brasile solo andata/un passeggero, e sognare per due notti di seguito Fedez in mutande che mi dichiara amore eterno nella mia camera d'albergo - dove alloggio con il mio staff per seguire il progetto che lo vede sponsor.. un sogno serio, che vi credete? La settimana scorsa Ego lamentava tachicardia, mal di testa, rumore simile a onde del mare nell'orecchio e debolezza. Io, che modestamente ci azzecco sempre, gli ho detto subito che secondo me aveva la pressione alta ma non abbiamoo l'apparecchio per provarla per cui la cosa era finita lì. Domenica siamo passati dai miei suoceri a portargli dei pacchi di panini per hamburgher con scadenza molto imminente che mi hanno regalato e sto cercando di smazzare in giro, e lui ha avuto la bella idea di provarsi la pressione. Minima molto alta, ha dichiarato mia suocera, e sono riusciti a farsi strappare la promessa di andare dal medico, cosa che io in cinque anni non sono mai riuscita ad ottenere. Inutile dire quanto la cosa mi abbiamo fatto trasalire di bile. anche perchè il giorno dopo ci è andato davvero, ha chiamato al lavoro avvertendo che sarebbe arrivato più tardi e alle 9.15 era in ambulatorio ad aspettare il medico, niente di più semplice, se intimato da altri, chiunque eccetto chi gli lava le mutande. Il nostro medico, famoso per essere un medico atipico che per qualsiasi cosa ti liquida dicendo che hai solo balle o che sei troppo giovane per preoccuparti quindi lui gli esami non te li scrive e se li vuoi fare vai e paga, gli ha spezzato le gambe. Io non ci sono andata perchè avevo già preso un permesso per ieri pomeriggio e non mi andava di mancare al lavoro, sinceramente non pensavo nemmeno che la mia presenza fosse necessaria menre con il senno di poi avrei preferito tanto sentire che cavolo gli ha detto. A dire di Ego gli ha sentenziato che non è una cosa da sottovalutare, che alla sua età se c'è un ipertensione è sintomatologia di qualcos'altro, nella maggioranza dei casi malfunzionamento dei reni. Lui era il medico anche di mio padre, quindi dire a noi una cosa del genere - mio padre aveva la nefrite dall'età di 14 anni - è stato un tantino azzardato e da bastardi, dal mio punto di vista, la pressione alta ora ce l'ho pure io. deve fare un diario per una settimana, provandola mattina, pomeriggio e sera, poi portarglielo e a quel punto lui valuterà se è il caso di fare degli esami o meno. Ecco che l'Ego ipocondrioco e noiosone da il meglio di sè. ieri sera appena messi a letto mi ha detto che si sentiva il cuore nel cervello e mi ha chiesto di preparargli un bicchierino di xanas per riuscire a dormire. qualsiasi discorso che va al di là di cosa vuoi per cena no dai che mi fai salire la pressione. E io ho tanta voglia di ibernarmi fino a settimana prossima.

Ieri ho tagliato l'ufficio per andare con la S. a Torino a farmi i capelli dato che per sabato scorso non abbiamo trovato posto e a tra pochi giorni lei ripartirà. era davvero necessario spuntarli perchè iniziavo ad avere doppie punte pagliose e visibili. Uscita dall'ufficio a mezzogiorno sono andata a prenderla e siamo partite, abbiamo pranzato con un ottima lasagna da De Filippis, alle 14 mi shampavano e alle 15.15 avevo finito e la S. iniziava il suo ricostruzione/colore/taglio/piega. sono partita e mi sono fatta mezz'ora a piedi tra andata e ritorno per far fare la copia della chiave della vespa di mio padre che è di un materiale vecchissimo quasi introvabile. E' stata un enorme soddisfazione perchè era una di quelle cose che dovevo fare da mesi e continuavo a rimandare perchè il ferramenta è locato in una via fuori dalla mia solita portata - che è centro,  via roma, via po, stop - ma sopratutto con degli orari stupidi e chiuso il sabato. Compiuta l'eroica impresa mi è scesa l'adrenalina e salita la fame chimica, mi sono comprata un sacchetto di bugie ancora calde da un panettiere e me le sono mangiate tornando indietro per via Garibaldi. avevo ancora circa due ore ad aspettare la S. quindi mi sono girata parecchi negozi con calma e alla fine il bottino è stato il seguente: due paia di calze per Ego - che è un amante delle calze più strane e colorate, ne ha una cosa come cento paia, un casino da gestire a livello di spazio ma comodo perchè ne ha sempre anche se non faccio lavatrici per un po', infatti io che ne ho poche spesso ne metto di sue -  scontate del 50% a € 2,25 da Calzedonia, da H&M una felpa basic con zip sempre per Ego da portare in palestra e due spazzole di quelle raccogli-pelo - non sono come quelle del supermercato, costano il doppio ma durano il triplo, meravigliosa scoperta - e una canottina grigia, un pantalone multicolor che non userò prima della primavera in saldo al 50% per 15 euro da Stradivarius . Infine, dopo un caffè macchiato e una pipì nel mio bar preferito, mi sono chiusa alla Feltrinelli annegando in trame e odore di libri. E' stato un bel pomeriggio, mi sono resa conto definitivamente di quanto adoro andare in giro da sola per Torino. qui, nel mio paese, o in quelli vicino un po' più grandi, andare in giro da sola mi è indifferente, non mi da nessuna sensazione e se me la da non è di certo positiva. 
A Torino invece, è tutta un altra cosa. Cammino guardandomi intorno e mi sento bene. mi sento un cittadino del mondo, un numero, una testa dall'alto. non sono nessuno. a fianco ho una signora sulla sessantina, composta nella sua pelliccia, che cammina lentamente ma con passo sicuro. davanti a me una ragazza di colore vestita sportiva che parla negli auricolari dello smartphone, appoggiato a una piglia c'è un ragazzo con i capelli arruffati e la barba incolta che si stropiccia gli occhi pieni di sonno mentre aspetta chissà chi. Non importa se quel giorno non ho le scarpe perfettamente abbinate alla borsa, nessuno lo noterà. io ho sciarpa e cappello, quella alla mia destra i sandali da frate e quello alla mia sinistra un colbacco di pelo sopra una t-shirt maniche corte. nessuno si domanda il perchè, a nessuno interessa di nessuno, ognuno è nel suo mondo e va dritto per la sua direzione, anime sole a creare un insieme momentaneo che mi da sicurezza. E paraddossalmente, mentre mi pervade questa sensazione di benesse dovuta a questo grande spazio che mi fa sentire di non essere nessuno, apprezzo ancora di più casa mia. penso al mio nido, al suo caldo accogliente, ai miei mici che si stiracchiano mentre dormono. in un attimo percepisco la fortuna di noi, noi che abbiamo una casa, un lavoro, un auto, e la sfortuna degli altri, quelli che non hanno nulla e vivono nel niente. è come se solo lì avessi una percezione reale del mondo e della vita che a casa mia, nel mio paese, mi sfugge. sentire lingue diverse ferma al semaforo, avere intorno pelle di altri colori, sapere che nessuna di quelle persone conosce nè me nè nessun altro di quella folla che attraversa la strada allo scattare del verde, mi fa sentire al mio posto come non mi sento da nessuna parte. perchè non essere nessuno, potermi mimetizzare con il mondo, mi fa sentire così bene? devo raccontarlo alla terapeuta, tanto ormai non si scandalizza più delle mie follie. 
Forse avrei dovuto prendermi un monolocale in centro, spostarmi con i mezzi, riempirmi il cellulare di musica ed essere quel numero. 
forse ho sbagliato vita. 

venerdì 9 gennaio 2015

L'influenza

dell'età adulta per me, era avere il raffreddore sostanzialmente. accompagnato talvolta da mal di gola e/o tosse e/o qualche linea di febbre - stare a casa se puoi perchè in certe condizioni non è bello uscire ma senza il bisogno di stare a letto. ecco perchè ogni tanto mi lamentavo dicendo che non ci sono più le influenze di una volta, quando stavo sul divano perchè diversamente mi sarei spiattellata a terra e la giornata passava via veloce nel sonno intervallato da pasti brodosi a malavoglia e brevi pipì. 
era uno spasso da bambina ed ero convinta che lo sarebbe stato anche adesso.
Ecco, quest'influenza delle feste mi ha shoccato. 
Non ero mai stata male così da che ho ricordi lucidi e sopratutto da quando non vivo più con dei genitori.
La colpa del virus killer è da ricondursi interamenti ai suoceri. al Suocero che ha portato il batterio nella famigghia e alla Suocera che l'ha coltivato neanche fosse una delle sue meravigliose piante. La Suocera ha il pollice verde, ricrea prefettamente il microclima di una serra botanica in casa con conseguenze disastrose sulla famiglia tutta. In pratica l'aria in quella casa non ci passa. mai. scoppiasse un incendio piuttosto che aprire una finestra ci manderebbe tutti dalla porta d'uscita e se prendi fuoco pazienza, bevi tanto - che per lei è la soluzione di tutti i mali. Il motivo ufficiale è Gigi, il gatto rosso che avevo presentato nella rubrica del martedì tempo fa, anche se ora è cresciuto e forse tra le sbarre della ringhiera del balcone non ci passerebbe più, e assolutamente troppo incoscente per lasciarlo andare. è il tipo che si butta dentro la vasca da bagno piena, attraversa un gas acceso per raggiungere dei croccantini e si mangia pezzi di vetro. Conosco il problema, ne ho due anche io, non per questo faccio ammuffire la cosa compresa dei suoi componenti. Appena entri in casa dei miei suoceri senti il bisogno di spogliarti completamente, è un istinto di sopravvivenza, togli tutto quello che hai addosso finchè la decenza non te lo impedisce. non solo ci sono 42 gradi, l'umidità è al 97% che il mio deoumidificatore si metterebbere a intonare una melodia di spie d'allarme, le pareti sono bagnate, il cane va in giro con la lingua di fuori, i gatti sono spiaggiati a terra come ad agosto e tutto pare immerso in una specie di nebbia fumosa. E loro li trovi così: mia Suocera ha un maglione di lana dolcevita, con sopra un golfino abbottonato. mio Suocero, sopra la t-shirt della salute, ha la camicia e un maglioncino di lana. mia Cognata ha una maglia maniche lunghe con sopra una felpona con cappuccio. mio Cognato è a petto nudo - povero cristo - e si mette una t-shirt per cenare giusto per buon gusto sudando come un maiale. La sera della vigilia di Natale, sarà che eravamo in tanti e che mia suocera stava usando il forno dalle due del pomeriggio, ci siamo trovati di fronte a una situazione peggiore del solito. Io sono stata tutta la sera con solo l'abito addosso che grazie al cielo era senza maniche e m'ero fatta le ascelle, mio suocero ad un certo punto l'ho visto davvero provato... ci aveva detto di aver appena finito con l'influenza il giorno prima, sudava e tossiva. dato il recente infarto mi sono permessa di dirgli che forse era troppo vestito e mi han dato tutti ragione, e sticazzi però che moglie o figli gli avessero detto qualcosa. ha ripreso colore dopo una mezz'oretta in maniche corte. ho anche sentito una voce lontana che ha timidamente chiesto perchè non si aprisse una finestra ma poi non se n'è fatto nulla. Dopo tre giorni mia Cognata aveva la tracheite, mio Cognato la polmonite, mio Suocero ricaduta di influenza e poi a turno l'abbiamo fatta io, Ego, la Nonna, fidanzati dei Cognati e l'altro Cognato. uno sterminio. mia Suocera un cazzo, deve esserci un trucco. nessuno si è però rovinato il capodanno come la sottoscritta. Ego ha passato due giorni tra letto e divano, sonnecchiando e lamentandosi. non vorrei essere banale ma non l'ho considerato un segno della potenza del virus che girava nei nostri lidi, ho semplicemente pensato al cliché dell'uomo abbattuto da un po' di febbre e che Ego provasse un gran gusto nello stare in panciolle, farsi coccolare, servire e riverire. Il giorno prima di partire lui ha lavorato, si sentiva un po' debole ma non aveva più la febbre. per me quella è stata una giornata di corse folle, a portare le chiavi all'amica gattara D., a pulire casa perchè lei non trovasse un disastro, a fare le valige e darmi una sistemata io. avevo avuto dei crampetti strani alla bocca dello stomaco ma non gli ho dato nessuna importanza. non ho avuto problemi intestinali ma questi crampetti, che nei loro pochi secondi di permanza mi facevano saltare di dolore, sono rimasti poi per una settimana. La sera dopo eravamo a Barcellona, reduci dalla visita al Camp Nou, il viaggio, e una buona cena al Bar Nua nella Rambla, ero uno straccio ma pensavo fosse solo tutto lo scombussolamento del primo giorno. Ahimè il giorno dopo, che era capodanno, appena ho aperto gli occhi nel letto ho capito... ho capito che ero fottuta. Da lì i due giorni più brutti forse di tutto il 2014. Non volevo fermarmi, non volevo accettare che il nostro viaggetto fosse spacciato, ho pianto come una bambina ripetendo che sfiga che sfiga. abbiamo rispettato le nostre tabelle di marcia con me che mi soffiavo il naso in continuazione, venivo pervasa da vampata di calore incredibile e dovevo spogliarmi in piedi in mezzo alla metropolitana sotto gli sguardi straniti dei presenti, fermandoci spessissimo per farmi inghiottire tachipirine e riprendere dal freddo. Non faceva particolarmente freddo, io ovviamente percepivo temperature irreali, però ci aspettavamo comunque qualcosa di meglio. i gradi sono arrivati anche a essere diciasette durante il giorno ma non erano sicuramente quelli percepiti, non da noi che non eravamo molto in forma, ma da Barcellona tutta a giudicare da come andava in giro coperta la gente. La sera di capodanno per poco non sono svenuta davanti a un ristorante e quando sono stata di nuovo in grado di camminare era tardi quindi siamo finiti in un locale che era un misto tra un bar, un pub e una panetteria, cenando con un panino di jamon che io non sono riuscita a mangiare. in compenso ho bevuto quattro lattine di cocacola ghiacciata che mi davano un meraviglioso illusorio sollievo momentaneo. a mezzanotte abbiamo guardato i fuochi d'artificio fatti dalla Fontana Magica in Piazza d'Espanya, a mezzanotte e dieci eravamo in metro, a mezzanotte e venticinuqe in albergo. avevo 39 spaccate di febbre e dopo più o meno mezz'ora di sonno, racconta Ego, ho iniziato a urlare richieste di aiuto dichiarando di vedere il diavolo - quando mi calmavo continuavo il mantra che sfiga che sfiga. Il giorno dopo dovevamo lasciare la camera alle 12 e non ne siamo usciti prima perchè io non ero davvero in grado di stare in piedi. Quando è stata ora mi sono faticosamente data un contegno, Ego ha raccolto le cose a suo modo e chiuso le valigie, e siamo andati in giro fino alle 5 quando abbiamo preso un taxi per raggiungere l'aereoporto. siamo riusciti a vedere la Cattedrale ma purtroppo solo da fuori perchè nell'orario sbagliato, abbiamo pranzato finalmente con le tapas in un localino carinissimo molto caratteritico nel quartiere della Barcelloneta e poi abbiamo pesseggiato sul mare fino al porto. Inutile dire che la rabbia è stata tanta. L'anno scorso è forse stato l'anno in cui abbiamo fatto meno cose, praticamente siamo solo stati in Sardegna ad agosto - vacanza tra l'altro non eccelsa - oltre ai due weekend striminziti di cui uno a Miramilandia e l'altro in toscana - il weekend del mio compleanno progettato al mare, e ha piovuto ininterrottamente quarantotto ore - ed è davvero ingiusto che sia andata così. ci meritavamo tre bei giorni spensierati, un po' di leggerezza, un po' di quel che ci piace, un po' di tempo da soli insieme senza impegni gravosi. e poi Barcellona, per quel poco che ho potuto vedere, è davvero bella. è semplice da girare, ben organizzata, non economica ma comunque alla portata di tutti, il cibo è ottimo, il clima leggero. in più per una volta tutto era veramente comodo perchè siamo partiti con solo il bagaglio a mano snellendo radicalmente i tempi di imbarco e per la prima volta da torino e non milano quindi a mezz'ora da casa. c'erano tutti i presupposi perchè fosse un cosina perfetta e si è trasformata in un orrore, non avevo mai provato le brezza di stare male via da casa. Grazie Suocera, a buon rendere.    

giovedì 8 gennaio 2015

Ho passato la serata

di ieri qui su bloggher, a vagare leggendo tutti i blog che incontravo. L'obbiettivo è trovarne di nuovi, trovare bella roba da leggere, ma sopratutto gente che scriva dato che ultimamente tutti i blog di cui era assidua lettrice mancano disperatamente. chi ha proprio chiuso, chi si è preso una pausa, chi scrive meno, chi bohchissà. Ne ho trovati, se ne trovano sempre, siamo tantissimi e ce ne sono di davvero bellissimi. battiti di tastiera meravigliosi, che rimangono nascosti ai tuoi occhi mentre non lo sono a quelli di tutti gli altri e quando lo trovi pensi ma tu dov'eri ieri? basta cercare.
Questo è uno dei propositi che ho, che fa parte di tutto il proposito rigurdante questo mio spazio. 
Quest'anno mi sono detta che un po' per non annoiare, un po' per scaramanzia, i propositi non li scrivo. 
nè qui nè su qualche patetico post-it in giro. 
sto già titubando però, io non so non scrivere le cose che ho in testa, sopratutto se sono pensieri così insistenti.
Ieri poi facendo questo lavoro ne è venuto fuori un altro, di proposito, quello di dovermi assolutamente applicare e aggiornare. Mi sono trovata ad avere un tot di pagine aperte di quei blog che mi sono piaciuti di più e a pensare.... e mo'? Se fossi stata qui in ufficio me li sarei salvati tutti nella barra dei siti preferiti su mozilla ma farlo nel pc di casa ha poco senso perchè poi entro sempre di qui. 
Metterli nella lista dei blogamici era decisamente prematuro, scrivermeli su un foglietto un attimino retrò. 
Alla fine l'illuminazione, mi iscrivo ai blog. da qualche parte questo gesto porterà altrimenti perchè esiste?
fatto, e stamattina ho aperto chiedendomi in quale cassetto li avrei ritrovati e ho capito che ora li ho nella home di bloggher, dovrebbe scrorrere l'ordine in base all'ultima pubblicazione oppure posso andare io a cliccare sul titolo desiderato. una figata. chisssà da quanti anni gli altri lo usano, io l'ho capito oggi. 
e mi è tornato in mente anche che c'è stato un periodo in cui leggevo di un certo BlogLovin chiedendomi che cappero fosse, la gente pareva disperata di non averlo più, a me girava la testa e non mi sono mai interessata. 
forse forse ora ho capito. 
E dato che mi sto sputtanando senza ritegno, vi dico anche che con ieri sera ho capito una cosa. 
ho capito che quando clicchi su un utente e invece di ritrovarti nel profilo bloggher con lì il titolo del suo blog su cui cliccare e sei dentro, ti trovi di fronte alla bacheca di google plus, non sei finito in uno di quei viottoli senza via d'uscita mentre fai retromarcia per uscire dal parcheggio. 
Se clicco sulle finestrelle dei post, finisco dentro al blog. 
Non è la brutta copia di facebook, non finisce lì dove lo vedi, è una sorta di raccoglitore per il blog, i post vengono strizzati e messi lì a mo' di link, sta a te aprirli, perchè evidentemente poi ci puoi mettere anche altra roba che non sono rimandi al blog. che rabbia, chissà quanti bei blog mi son persa pensando a guarda questo, non ha un blog, solo un profilo google plus
Ecco, devo rimediare a questa cosa. devo essere per lo meno informata, capire quali sono tutte le possibilità prima di scegliere di non utilizzarle. e sopratutto, capire cosa voglio avere io che vedano gli altri. 
Sotto tanti altri aspetti della mia vita sono terribilmente aggiornata, sono social, sono in touch, faccio ormai tutto da dietro uno schermo che sia acquisti o pagare una bolletta, sotto altri ho l'elasticità di mia nonna. Sono rimasta al mio primo blog... aprivi, scrivevi, pubblicavi, visitavi gli altri entrando in casa loro dalla porta d'entrata che la maggior parte di loro lasciava aperta e qualcuno chiudeva dandoti le chiavi. era avanguardista chi riusciva ad avere template diversi da qelli offerti dal sito che ti ospitava e chi in siti sgamati spiegava come fare lo faceva con l'aplomb dell'hacker. se volevi metterti in contatto con qualcuno privatamente e non c'era l'indirizzo msn nel suo blog, ti attaccavi al tram. la mail ce l'avevano già tutti ma soltanto perchè era obbligatorio crearla per iscriverti e non la usava nessuno. 
dieci anni fa non avevo nemmeno un cellulare che con due pigiate di dito mi diceva cosa sta facendo la mia amica emigrata in Australia in questo momento. L'anno scorso ci avevo anche provato, ho aperto l'fb del blog ed è stato un grande passo perchè mi ha aperto un grattacielo di finestre nuove ma poi sono rimasta lì mentre questo è un mondo in continua evoluzione e bisogna rimanere sul pezzo
La faccio o non la faccio la lista dei propositi, la faccio o non la faccio....? 
mentre ci penso si farà giugno e sarà ora di rimandare a settembre.

mercoledì 7 gennaio 2015

...dicevamo?


Poveva essere un inizio di fuoco con oggi, prima giornata di ritrovata routine, correndo perchè l'amica gattara D. sarebbe dovuta passare con la scusa di riportarmi le chiavi... Gcasa da rassettare compreso pavimento che necessita davvero di una lavata, tutto da fare di corsa in pausa pranzo.
Invece, la D. stamattina mi dice che non ce la fa e la giornata prende tutta un altra piega. 
In pausa pranzo ho fatto tutto con estrema calma, ho fatto un po' di coccole ai pelosi e mangiato da seduta. Tra poco uscirò di qui e me ne andrò dritta a casa, mi farò un panino di qualcosa dato che ho una fame folle e mi guarderò la puntata di pll di stanotte che dovrebbe uscire sottotitolata a momenti, sul divano, con la copertina. poi mi metterò a preparare la cena, con calma.  
Calma
deve essere la mia parola d'ordine di quest'anno, insieme alla marea di propositi che ho in testa, forse per la prima volta roba concreta e spiccia ma tutta collegata a quella parola lì. calma.
Le ferie tanto bramate sono state una vera merda, un susseguirsi di sfighe e impicci che mi hanno buttato giù l'umore terribilmente. ad oggi non sono per niente serena e non l'avrei mai immaginato. mi sono riposata, come era mia intenzione, ma un riposo noioso, carico di silenzi e battaglie interiori. A rovinare tutto è stata un influenza devastante che abbiamo preso sia io che Ego ma in momenti nauralmente diversi. quando lui ha finito, ho iniziato io. lui è stato male qui, nel famoso buco tra santo stefano e capodanno che tanto mi faceva ben sperare e invece ho passato in casa a fare l'infermiera di un vecchietto rompicoglioni, io invece sono stata male a Barcellona, senza nessun infermiere e nemmeno la possibilità di starmene sotto le coperte. scenderò nei macabri dettagli in seguito. Così quindidici giorni se ne sono andati, velocissimi ma noiosissimi. Sono delusa da me stessa, perchè se c'è una cosa che ho capito è che il mio è una lamento senza senso e via d'uscita e la routine è solo una scusa perchè il vero problema sono i nodi che ho dentro e non mi impegno a sciogliere. tuttavia credo che farò tesoro di questa brutta esperienza. improvvisamente mi è ben chiaro che sono io a non far muovere quello che non si muove e sono sempre io a dettare modalità, tempi e condizioni delle cose di cui tanto mi lamento. insomma, in questo momento ho tutto qui, nelle mie mani, e posso farci cosa voglio. e non è una cosa da poco, è un privilegio, che devo imparare ad apprezzare.
con calma.
A voi prometto che nessun altro post di questo nuovo anno sarà mai più un gattoattaccatoaimaroni quanto questo, e a voi io non mento mai.
Non so se si può ancora fare al 7 di gennaio ma io ho sempre preferito gli auguri per  un nuovo ipotetico periodo di vita a quelli per il natale, quindi voglio augurare una cosa in particolare a chi leggerà.
A noi bloggher, che siamo gente che fa tantissime parole - per iscritto almeno - auguro un anno meno celebrale e più spensierato, fatto di un po' meno parole e più vita.