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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

lunedì 9 marzo 2015

Un'esperienza

da aggiungere al curriculum, quella del funerale da sola.
Devo ammettere che sola ci sono stata poco e in generale non è stato tremendo come temevo ma ci sono stati picchi tragici di pochi attimi da non sottovalutare.
Ho iniziato con delle belle condoglianze, non fatte ma bensì ricevute... stretta di mano con sguardo di misericordia, e ho anche ringraziato composta. ero a fianco alla S., dietro alla vedova e ai figli, accanto alle nuore piangenti, avevo cappotto, legghins, stivaletti e occhiali da sole neri... me la son cercata, niente da dire.
Una cosa che non avevo considerato è che la S. mi voleva proprio lì ed ogni volta che mi allontanavo mi cercava. Mi aspettavo, e speravo, di far presenza in penombra mentre mi sono aggiudicata la poleposition tanto che in ultima battuta quando la gente veniva a salutare, salutava anche me con quell'interrogativo nello sguardo chi cazzo sei tu  - un amica, arrivederci, arrivederla ...ma anche no.
E' il primo funerale a cui prendo parte dopo quello di mio padre e non essendo realmente legata al lutto in questione ho avuto modo di osservare la cosa con il giusto occhio critico ed elaborarne una serie di considerazioni.
Innanzitutto che le palle della gente dette per vivere quei due minuti di protagonismo non si fermano davanti a nulla, non è la scoperta dell'acqua calda ma viverlo così in prima persona fa un certo sorridere. 
Appena scesa dalla macchina ho incrociato un'amica di famiglia, la proprietaria del bar delle nostre colazioni. Abbiamo fatto due parole e immediatamente si è unita a noi un'altra tizia del paese anche lei commerciante, proprietaria del negozio a fianco al suddetto bar. In pochi minuti questa ha detto tutta una serie di cazzate pazzesche, che il nonnino era malato da poco e negli ultimi giorni stava decisamente meglio e nessuno se lo aspettava quando io so bene che la realtà è ben diversa, gli avevano addirittura detto che sarebbe accaduto tra natale e capodanno e arrivare fino a marzo è stato per tutti un supplizio dato che l'uomo soffriva moltissimo... negli ultimi giorni poi era peggiorato tanto e nessuno si è stupito quando venerdì mattina è successo.
Intanto c'era un gran cicaleggio nella piazza ormai piena, chi parlava del morto offrendo la sua versione e chi si faceva beatamente i fatti suoi salutando amici e parenti a gran voce che pareva la rimpatriata di una leva più che un corteo funebre in rispettosa attesa del feretro. La parte affascinante è stata notare come, non appena l'auto si è vista spuntare da dietro l'angolo, tutte le facce che poco prima si spanciavano dal ridere per quanto era cresciuto il bambino riferendosi ad un omone barbuto alto un metro e novanta, si son fatte grige e cupe. sguardi di compassione, voci deboli, espressioni truci. Assalto alla vedova come da manuale, assolutamente non curanti del fatto che sta povera donna ultra ottantenne non stesse più in piedi e i figli continuassero a chiedere di farli passare per farla entrare e sedere in chiesa. 
In chiesa me ne sono stata dietro in piedi, da buona atea che è lì per sbaglio, ma appena la cerimonia è finita sono stata letteralmente assalita da una torva figura che si è poi rivelata essere Mianonnadeficiente con l'occhialone da mosca specchiato. è stata come un'apparizione ma che ci fai qua? li conoscevi? - si sono veneti anche loro, devo andare a fare la pipì, ciao.
E in utlimo, ma non per importanza, come dimenticare la signora al cimitero che mentre si eseguiva la delicata operazione ha ripetuto a gran voce due volte eh quando lo mettono dentro è il momento più brutto nelle orecchie della povera nonna che era lì che piangeva disperata. Io mi son guardata un attimo intorno per cercare consensi prima di darle una testata ma aimè nessuno mi ha dato man forte.

La S. l'ho vista molto male, è cresciuta con quei nonni e prova per loro una affetto che io non posso davvero capire. La vista della nonna era straziante e due lacrimucce di nascosto le ho versate anche io pensando a questa ottantenne che fatica a camminare e si è vista il marito, il suo sposo come lo chiama lei, cadere con la faccia nella tazza di latte che gli aveva appena preparato e ha avuto la prontezza di trascinarlo in camera da letto, mettergli l'ossigeno e intanto chiamare l'ambulanza e la nuora. 
Sono andata a casa in preda a una folgorazione, devo continuare il mio racconto prima che i dettagli tragicomici legati alla morte di mio padre mi sfuggano di mente.

6 commenti:

  1. io sembro sempre la solita "strxxxa" perché rimango sempre piuttosto in disparte e poco incline a certi "convenevoli" perché mi metto sempre nei panni degli altri...e mi darebbe fastidio tutta quella vicinanza in quel momento temo...E' andata...adesso devi stare molto vicina a S come puoi!

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    1. Ci provo Manu, è un tipetto particolare ma fortunatamente la nostra "sorellanza" mi permette di capire quando e in che misura a bisogno di me anche se siamo a km di distanza...

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  2. Sia da partecipante che da titolare del lutto (perso mia madre ad agosto), trovo che ai funerali come ti muovi sbagli... se partecipo, mi limito a un abbraccio silenzioso perché non so che caxxo dire, e mi parte la lacrima pure se il defunto/a l'ho visto una volta in vita mia. Ad agosto eravamo quattro gatti e non ho notato gesti o parole inappropriati, ma ero ancora sconvolta perché prima in camera mortuaria avevano scambiato mia madre con un'altra. Comunque... vai avanti così, che stai facendo bene!

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    1. Grazie Livia, io ci provo, con una perenne sensazione di inadeguatezza.
      Non hai un blog Livia?

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    2. No, ho una vita troppo insignificante XD
      Poi sei riuscita a capire cos'è che ti ciuccia corrente?

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  3. Siccome non vi conosco sparo a caso ma se io volessi qualcuno al mio fianco a un funerale importante lo chiederei a qualcuno a cui voglio veramente veramente veramente bene; è bello che S ti cercasse.
    Per il resto odio andare ai funerali;-( Ho un mix di insofferenza per il dolore da rielaborare per forza (anche se sento la necessità del rito da credente) e la gente cogliona che ti tocca incrociare. Tendenzialmente vado se so che farò davvero piacere a qualche mio caro. Mentre quando capita ai propri di cari...beh, ci metto secoli a metabolizzare e lì per lì non capisco manco cosa succeda. Mi faccio trascinare dagli eventi come un automa.

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