Informazioni personali

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Ufficialmente sono un'impiegata commerciale e tento di vendere qualcosa all'estero in un orario part-time che di part-time ha solo il nome. Nell'altra parte del "time", quella immaginaria, sono una casalinga disperata. Vivo da sei anni nella Gcasa con un megalomane egocentrico spesso in preda a deliri di onnipotenza che qui chiamo amorevolemente Ego e recentemente pare sia diventato mio marito, una Ggatta convinta di essere la padrona di casa e un Ggatto suo sottoposto. Sono sociofobica, germofobica e un altro paio di cose che finiscono con "obica". Sono silenziosa, amo le parole ma uso scriverle piuttosto che buttarle al vento. Dico sempre esattamente quello che penso ma solo se interpellata - quando apro bocca o ho fame o sono incazzata. Maniaca dell'ordine, del pulito e in generale della perfezione ma non a casa mia. Sono una tormentata, per motivi non ancora chiari, ma non ho tempo per disperarmene perchè ho da correre alla ricerca della perfezione di cui sopra. Per i pregi purtroppo non c'è più spazio. Ballerina mancata, nella prossima vita vorrei fare l'ereditiera depressa, scrittrice nel tempo libero. Sogni nel cassetto: pubblicare un libro e girare il mondo.

martedì 22 settembre 2015

Le sfighe casuali

sono cosa brutta e c'è poco dire a riguardo. ma a me fanno incazzare di più quelle piccole, quelle sciocche, quelle che sembrano preparate da qualche infamone a doc per sputtanare i tuoi programmi. Dimenticare l'astuccio del tabacco uscendo di casa la mattina nell'unico giorno della settimana in cui non andrai a casa a pranzo perchè in parola per un pranzo dalla nonna, che vai a trovare tre volte l'anno. sbatterti per fare tutte le commissioni un giorno per averne un altro libero e dimenticare un singolo elemento fondamentale che ti costringe a ripetere la commissione. fare la spesa intelligente seguendo le offerte prima nel supermercato figo e poi al discount e non trovare al discount una banalità che c'è in tutti i discount a cartoni in pedane in tre file.  Ma io non glela dò la soddisfazione, non ci vado a casa a prendermi il tabacco, mi fermo dal tabacchino e compro un pacchetto di camel da dieci e chesifottailsistema.

Rieccomi in ufficio, sana e salva. e non era così scontato. ho concluso i quattro gironi di trasferta con una scossa da duecentoventivolt entrata dal mio pollice sinistro e uscita dal gomito. E' stata una bella esperienza. ho tentato di togliere il carica batteria del mio telefono dalla tedesca senza guardare, questo mi ha dato la scossa, si è aperto, mi ha trattenuto il dito e si è sciolto. il salvavita non è scattato, io ho sentito come se qualcuno mi desse una botta in testa da dietro e poi dieci minuti di nebbia. sessanta persone ammassate su di me e tutta l'attenzione del nostro padiglione sul nostro stand, paramedici tedeschi che mi hanno portato via con l'enfasi di una ferita da fuoco, un personaggio che ad oggi non ho capito se fosse maschio o femmina che in centoventisecondi mi ha lasciato in mutande e reggiseno e mi rigirato come un salame ripetendo la stessa domanda in tedesco e prendendomi contemporaneamente battiti cardiaci e pressione. Io gli continuavo a dire in inglese che non conosco il tedesco e non potevo capirla, lei se ne fotteva e continuava a parlare, intanto sentivo il mio capo fuori che minacciava denuncie perchè il salvavita non aveva fatto il suo lavoro. Io non stavo male, il dito e il gomito bruciavano come tutte le volte che mi sono bruciata con ferro da stiro o forno, avevo tachicardia, nausea e mi girava la testa ma ero sicura che fosse la situazione e lo spavento. appena ho potuto mi sono rivestita e sono sgusciata fuori dove finalmente è spuntato un paramedico che parlava inglese che però appena ha capito che volevo tornarmene al mio posto anche perchè dopo mezz'ora avevamo il taxi per l'aereoporto, mi ha fisicamente trattenuto facendomi sedere e tenendomi per le braccia fino all'arrivo di un altro gruppo di persone. dopo mezz'ora eravamo ancora tutti lì a discutere perchè secondo questi io avrei dovuto perdere il volo e aspettare almeno fino al giorno dopo per partire, alla fine mi hanno fatto firmare un foglio per lo scarico delle responsabilità e dopo poco eravamo in taxi verso Dusseldorf. Lì ho iniziato a star male sul serio, nausea pazzesca, testa pesante, dito che pulsava e bruciava. finchè non sono stata nel mio letto a casa mia non mi sono rimessa in forma ma secondo me gran ruolo ha avuto lo spavento... non avevo mai preso una scossa e non ci avevo neanche mai pensato in vita mia, tipo quelle cose che sai che possono succedere ma non ci credi davvero che esistono. Fino a ieri non ho più toccato prese della corrente, Ego è a Verona per cui ieri sera non ho avuto alternative per caricare i cellulari, quel che è certo è che non sarà mai più un gesto fatto in scioltezza e che non ne sottovaluterò mai più il pericolo. qualcosa da aggiungere al curriculum. 
La settimana scorsa qui scrivevo che speravo sarebbe stato tutto un fallimento ma devo essere stata poco precisa nell'esprimere il mio desiderio. è stata un susseguirsi di sfighe ma per noi quattro, non per la produttività della fiera. Il volo di andata ha ritardato un ora, il taxi che ci ha portato da Dusseldorf a destinazione, viaggio che dura in media dai quaranticinque minuti a una ora, è durato due ore è un quarto perchè ha incontrato un incidente e due strade chiuse oltre a trafficio sparso causato da un immimente partita di calcio importante. arrivati a destinazione non trovavamo l'albergo, pareva che al suo numero civico non ci fosse nulla, campi d'erba. eravamo in albergo alle diciannove, orario in cui solitamente rientravamo con la fiera allestita. abbiamo lanciato le valige in camera e siamo corsi in fiera dove abbiamo fatto poco niente e alle ventuno ci davamo mezz'ora per una doccia e andare a cena.      
Domenica, io ero folgorata dalla giornata elettrizzante - che temo rimarrà il tormentone aziendale fino a Natale - e il volo ha ritardato due ore, siamo arrivati a casa alla mezza quando era previsto alle dieci.
Ego ho l'ho visto mezz'ora, mentre lui moriva di sonno sul divano, io mi lavavo e riabbracciavo i miei pelosi e poi tutti a dormire che lui si è poi alzato alle 4.30 per essere a Verona alle 8.30 al corso.
Ieri ero distrutta, dolore alle spalle, al collo, alle braccia e avevo un sonno inebriante che mi ha schiantato sul divanno alle diciasette e dieci ma è magicamente scompraso quasi subito e alle diciotto ero lì che passavo l'aspirapolvere in tutta casa e non ho poi praticamente smesso fino alle ventidue e venti fermandomi solo per mangiare un panino. sono contenta, perchè la casa è apposto e la valigia contiene solo più le scarpe che riporrò stasera insieme a una rassettata alla cucina e qualche lavatrice, e la mia settimana potrà proseguire in maniera umana nonostante l'arrivo di Ego questa sera con un altra valigia. Devo riconoscere che anche lui di anno in anno migliora a botte di mie trasferte tedesche... la casa era tutto sommato in ottime condizioni, ha fatto due lavatrici e deve averci messo tipo tre tappi di deterisivo per ognuna dato che quando sono partita era nuovo ed ora ora è quasi finito, e ha steso le camice sulle barre dello stendibiancheria tipo arrotolate, ma le ha fatte e ritirato quel che era asciutto. 
Vado a fottere il sistema comprandomi le sigarette, al prossimo con le cose belle della trasferta, che ci sono state anche quelle. 

mercoledì 16 settembre 2015

Contrariamente

ad ogni previsione, a poche ore dalla partenza ho finito tutto. Tutto è stampato e cartellinato da portrami via alle diciasette e inserire in valigia, e tutto quello che potrebbe succedere in ufficio durante la mia assenza è organizzato. Stamattina ho scoperto di aver completamente dimenticato cutter e nastro da pacchi, che quindi verranno con me in valigia, che può far ridere ma quando devi allestire uno stand e non hai gli strumenti per aprire e chiudere i cartoni di merce... non c'è un cazzo da ridere.
Me ne andrei volentieri a casa che quest'ora e mezza di buono in più mi farebbe proprio comodo perchè a casa non è tutto così pronto. Non credo che riuscirò a dare una pulita al gas e alle piastrelle dietro di lui, cosa che mi potrebbe interessare nel caso Ego invitasse qualche amichetto a giocare alla play, così come non credo che riuscirò a passare un po' di tempo in beatitudine con i pelosi e a guardarmi squadra antimafia tranquilla sul divano.
Ero abbastanza ben organizzata ma ieri sera mi sono accorta di non avere neanche più un misero rotolo di spazzola adesiva toglipeli, fondamentale alla sopravvivenza dignitosa del binomio vestiti scuri/due figli pelosi che amano dormire in valigia, e sono quindi dovuta passare di nuovo al supermercato in pausa pranzo. poi una volta a casa ho appreso anche che stanotte la lavastoviglie non ha fatto il suo lavoro e mi ha così sputtanato tutto il programmino che prevedeva di svuotarla e ricaricarla per poi aggiungerci solo i due piatti delle pizze surgelate di stasera e farla partire, cosa che mi porterà via tempo che avevo dedicato ad altro e così via in un concatenarsi di eventi che mannaggialamiseria. Uscita di qui andrò dalla parrucchiera, arrivata a casa mi fionderò sotto la doccia dopodichè mi metterò a piegare e mettere in valigia tutte le cose che si stropicciano e ho aspettato a mettere fino ad oggi, preparerò le borse bagaglio a mano e farò il punto della situazione mentre le pizze cuoceranno. e molto probabilmente mi alzerò ad ogni pubblicita di squadra antimafia per fare tutto il resto e domattina sarò un cadavere.
L'inquietudine per la partenza si sta trasformando in rabbia e scazzo, la sensazione è quella di dovermi scrollare di dosso una gran quantità di polvere. il problema è che nella mia testa da lunedì ad oggi è già passato molto più di una settimana, il che mi fa pensare che saranno quattro lungherrime giornate.
Io e Ego di fatto ci daremo il cambio, ci vedremo domenica sera al mio rientro verso le 22.00 e la mattina partirà lui per Verona fino a mercoledì sera. non sto a specificare quanto serio sia il suo problema di vestiario/valigia perchè personalmente ho fatto del mio meglio stirando tutto lo stirabile la settimana scorsa e lavando tutto quanto in questi giorni. ora buona parte delle sue camicie giace stesa già asciutta e a lui non resterà altro che inforcare il ferro da stiro e mettersi all'opera, l'alternativa è la lavanderia vicino al suo ufficio dove con un euro gliele stirano. probabilmente se fossi una mogliettina di quelle perfette starei sveglia fino alle due a stirargliele stanotte, ma non lo sono per cui amen.
Negli anni comunque mi sto sensibilazzando e lo sto facendo senza sollecito alcuno da parte sua, cosa che un po' mi spiazza. i primi anni di convivenza mi facevo gli affaracci miei senza timore alcuno, l'anno scorso mi ero preoccupata parecchio delle casa e dei suoi vestiti e quest'anno pure del suo cibario. in realtà Ego sa cucinare benissimo se vuole ma io so bene che quando è solo non ne ha voglia e finisce per aggiustarsi con cose da asporto o pronte, come anche io d'altronde se lui non c'è non mi metto di certo a fare gli arrosti. e quindi gli ho preparato delle lasagnine, degli arrostini con patate, degli spezzatini monoporzioni congelati in freezer solo da scaldare? ma ovviamente no. gli ho comprato una pizza e una focaccia cameo, lasagne buitoni, qualche vaschetta di affettati e vitello tonnato, pane e grissini, cocacole, cornetti e nutella. ho speso sessanta euro di surgelati vergognandomi come una ladra agli occhi inquisitori della cassiera, ma è comunque un passo avanti, magari per il prossimo anno mi adopererò verso qualcosa di più sano.

Ed è incredibile come a volte ci scanniamo anche per venti giorni di seguito e poi al pensiero di stare sette giorni separai ci viene l'occhio da triglia a entrambi...  

lunedì 14 settembre 2015

Il lunedì

non è una festa già di suo, da un po' di tempo almeno, ma oggi è Il Lunedì dei Lunedì.
Meno tre giorni alla partenza - che se si trattasse di una vacanza ne conterei due, toglierei già oggi - e la repulsione si fa sentire potente. Mi sento come se mi si stesse facendo una violenza, come se qualcuno mi stesse prendendo di forza con mani ossute dal mio letto caldo per buttarmi nella cella frigorifera di un camion diretto lontano. sono arrivata a pensare che mi potrebbe venire l'appendicite, non potrei partire se mi dovessero operare. e se un minimo mi conoscete sapete che me la faccio sotto per fare un prelievo di sangue e capite la gravità della questione.
Tra oggi e domani debbo fare un po' di spesa di cibarie non impegnative da lasciare a Ego, di medicinali da portarmi dietro perchè qualcosa mi dice che i dolori psicosomatici non mancheranno, di pappe per i pelosi. devo passare in banca, in posta, a farmi scorta di tabacco. devo fare la valigia. anzi, devo ancora farla resuscitare dal garage, darle una spolverata e metterla in casa. Di norma sarebbe sul pavimento della camera da letto da almeno una settimana. non ci riesco, il solo pensiero mi provoca la nausea.
Non so se sono mai stata grigia come oggi, perchè non sono totalmente triste e neanche totalmente incazzata, sono grigia.
burbera, ombrosa, non riesco neanche ad annegare nel solito sarcasmo.
La delusione di una carriera che non è mai esistita, la precarietà economica e la mancanza di soddisfazioni mi stanno consumando.
Stamattina sceglievo i vestiti da indossare con l'orecchio teso dalla finestra della camera dove tutti gli anni il primo giorno di scuola posso sentire nitidamente la voce del preside che fa il solito discorso inaugurale ai ragazzi delle scuole medie e poi inizia a chiamarli uno per uno per classe.
Ogni anno la cosa mi fa sorridere perchè torno con la mente al mio di giorno, le dita incrociate perchè chiamassero me e la S. nella stassa classe, e perchè non ci fosse MG con noi.
la S. c'era, e la MG no, e chissà come sarebbe stata la mia vita se fosse stato diverso da così. 
Ma quest'anno è stato diverso, per la prima volta non ho pensato a tutto questo perchè quest'anno è diverso, quest'anno in mezzo a quella folla di ragazzini spauriti con le dita incrociate per l'amica del cuore c'è LaGrande, mia nipote, che un amica del cuore neanche ce l'ha. la mia bambina, che ho amato da quando era solo una pancia sotto una maglia tamarra, che inizia la scuola media, che si avvicina pericolosamente al mondo degli adulti, che non basterà più un gioco cretino a ridarle il sorriso.
E subito dopo ho pensato a me adesso e alla me laggiù, a come pensavo che sarei stata oggi. 
A quell'età lì ero ancora convinta che la danza sarebbe stata la mia strada, scrivevo già come un ossessa eppure non pensavo di scrivere... pensavo di ballare, pensavo che a trent'anni sarei stata insegnante di danza, era il massimo che la mia mente di unidici anni potesse sognare. prima ballerina di una compagnia è venuto dopo, étoile, è venuto dopo. 
Ma sopratutto a quell'età lì pensavo che un bel giorno mi sarei risolta. mi sarei capita, mi sarei voluta bene e mi sarei tenuta a bada. pensavo che non mi sarei più alzata la mattina con un senso di disordine addosso, che non sarei più stata tutto il giorno a cercare di sbrogliare matasse per poi andarmene a dormire con la matassa sempre lì, sul petto.
D'altronde, come si potrebbe dire la verità a questi ragazzini con questi zaini  pesanti sulle spalle e pensieri così leggeri in testa? Come avrei potuto passare tre bellissimi anni sapendo che a trent'anni sarei stata così grigia e ombrosa? che avrei passato nottate con un bicchiere di gin in mano a rivedere per la terza volta la stessa puntata di grey's anatomy sperando mica nel ritrovamento del sacro graal, nella pace nel mondo, nella cura del cancro, ma semplicemente nell'arrivo di un cazzo di briciolo di sonno?
che quelle robe lì, quelle paure, quel senso di inettitudine, di dolore dietro lo stomaco, non sarebbe mai passato?
O forse sarebbe stato più semplice invece. forse se non vivessimo un'infanzia e un'adoloscenza così pieni di aspettative, forse se sapessimo che la vita è tutta così, che aumentano le candeline e le responsabilità ma quel giorno in cui ti senti apposto non arriverà mai, forse saremmo tutti adulti più felici. 
forse risolversi non è altro che accettare che la vita è ora e noi siamo quelli che siamo.
Forse dovrei smetterla di bere la notte per dormire che anche se poi dormo, tre ore non bastano a far sparire la sbronza e magari non me ne rendo conto ma la mattina sono sobria fuori e urbiaca dentro ed ecco perchè mi escono certi pipponi melodrammatici.

vai in Germania Micol, mica al patibolo.

giovedì 10 settembre 2015

Ripreso

un ritmo sonno/veglia dignitoso e una conseguente routine post lavoro, mi sto facendo risucchiare da vortici vari ed eventuali e va bene così, vuol dire che sono nel pieno delle mie facoltà.
Fino a ieri ero ostaggio della questione fiera, da oggi respiro e mi sono regalata una mattinata di full immersion nelle nuove collezioni sposa 2016. E' strano il rapporto che ho con i siti di abiti da sposa... deve esssere il giorno giusto e devo vederne solo un tot, se mi sforzo mi innervosisco, ucciderei tutte queste modelle magre dall'occhio liquido e il labbro spesso truccato nude e distruggerei a sprangate quei pianoforti e quelle confezioni di fiori sullo sfondo, tutte bianche, tutte uguali. Non l'avrei mai detto, credevo che la ricerca dell'abito da sposa sarebbe stata uno degli aspetti più divertenti.... ma approfondiremo l'argomento non appena riuscirò a scrivere un aggiornamento a tema wedding.
La fiera, dicevamo. ebbene sì, è di nuovo ora, per la terza volta. Ricordo perfettamente cosa scrivevo l'anno scorso di questi tempi: che a differenza dell'anno prima non me ne fregava una mazza e volevo solo che passasse in fretta... ecco quest'anno non saprei definire i miei sentimenti senza usare parolacce. non solo non me frega una mazza e voglio che passi in fretta, mi viene anche da ridere, mi disgusta e spero pure che vada male, malissimo, che sia una figura di merda dietro l'altra, un umiliazione. non per me naturalmente, per l'azienda, per il capo. della me in fiera non mi importa una cippa, tant'è che a una settimana dalla partenza non ho ancora deciso cosa mi metterò, inutile specificare che questa volta non mi sono comprata assolutamente niente. mi sono soltanto prenotata una taglio frangia e piega per il giorno prima, perchè pure fosse una misfatta, il capello apposto ci vuole sempre. metterò quello che ho, in caso riutilizzerò pure un outfit già sfoggiato l'anno scorso o quello prima, e sarò rigorosamente in pantalone e scarpa bassa, per mettergli un ulteriore dito in culo al capo che ci vorrebbe sempre con tubino e taccazzo e certe cose le vive come veri affronti alla sua persona.
Lo so che purtroppo sicuramente una misfatta non sarà, sarà la solita pagliacciata che aimè ci riesce bene, abbastanza da far credere a clienti e fornitori da ogni parte del mondo di essere una società degna di rispetto quando in realtà siamo senza telefoni aziendali perchè non paghiamo la bolletta... per fare un esempio tra i tanti.
Da quando ho visto la cifra a tre numeri del nuovo stipendio per il nuovo orario, non c'è più stata una sola cellula del mio corpo a cui è fregato qualcosa. Ho preparato tutto per la fiera sforzandomi di rimanere concentrata ma con evidenti difficoltà e un atteggiamento easy che lavorativamente non mi è mai appartenuto, perchè poi, a doverla dire proprio tutta, pure della mia figura professionale in questo ambiente me ne potrei fregare bellamente... non c'è alcuna possibilità che io rimanga nel settore e non ne ho alcuna intenzione.
Se penso al primo anno, a quanta ansia ed emozione ho provato nei giorni prima della partenza, e nei mesi prima di preparativi folli, vorrei dare un calcio nel culo a quella cretina che sono stata, ma poi anche farle una carezza. Ci ho provato, incapace di vedere la realtà che mi ballava luminosa davanti agli occhi, a credere di poter fare la differenza con le mie idee del cazzo e sopratutto a credere che per me sarebbe stato diverso, che i miei sforzi sarebbero stati ripagati. Ed è pensando alla me del 2013 che ce l'ha messa tutta, ammaccata com'ero per gli eventi di quei mesi della mia vita personale tra l'altro, ma anche alla me dell'anno scorso che nonostante le mazzate ricevute nell'anno a testa bassa procedeva pur vedendo il tracollo all'orizzonte, che in mezzo alla rabbia trovo anche spazio per il dispiacere.
Perchè ci sarebbero anche tante cose belle, ci sono tante cose belle, sporcate dal contorno. ricordi, esperienze, professionali ma anche personali, che mi porterò dietro quando passerò surgelati sul lettore di barcode in cassa alla Coop. il mio cliente musulmano che smette di parlare all'improvviso, non mi guarda più negli occhi e mi dice che non puo parlare con me se son così, e cosa significhi così io lo capisco solo dopo qualche secondo... che mi sono tolta la giacca perchè con i faretti alogeni dello stand ci sono 48 gradi e mi sto sciogliendo, e allora mi rimetto la giacca e resisto fino alla fine e quando finalmente se ne va sono da buttare, ho il trucco fino sotto il collo e la giacca bagnata. 
i personaggi con cui ho parlato per anni via mail, arrivando a scambiarci foto dei rispettivi fidanzati/mariti/mogli/figli/cani/gatti, che finalmente hanno preso un volto e una voce e i cinesi un inchino e un sorriso imabrazzato, e gli spagnoli un abbraccio stretto come tra vecchi amici.
Noi quattro, un gruppo assurdo, mal assortito, io, il capo, la Managerdistacip, e il buonanima del Managerdistacip, che dieci anni fa chi ci avrebbe creduto, sdraiati tutto sullo stesso letto a fissare il soffito, distrutti in attesa della chiamata per il taxi, così vicini da sentire il respiro dell'altro dopo anni a darsi del lei.
Conoscere il presidente di aziende leader nel nostro settore e presentarmi in francese mentre me la faccio sotto e lui che mi sorride francese sia.
E la vietnamita carinissima con dei baffi così lunghi e così spessi da non poter non essere fissati e i colpi di tosse per soffocare le risate che avrà pensato che fossimo un gruppo di appestati.
Sarebbe potuto essere tutto molto bello.
 

mercoledì 2 settembre 2015

Mi promuovo

a pieni voti per il primo giorno di ritrovata routine.
Pensavo che alla fine sarei schiantata sul divano dopo l'ufficio, schiacciata dal peso della mega spesa, delle poche ore di sonno e del dolore alla mano, e invece ho tirato dignitosamente fino ale 23.30.
In pausa pranzo avevo rassettato casa per bene quindi dopo l'ufficio mi sono data a una spesa violenta al discount e al simply aggiudicandomi tre bustone piene e due casse d'acqua, arrivata a casa prima di sistemarla ho approfittato dei ripiani della dispensa praticamente vuoti per dargli una pulita profondqa prima di riempirli... non contenta sono poi passata a un pensile della cucina e poi ai ripiani interni dello mobiletto a speccio del bagno. se mi fossi fermata probabilmente mi sarei addormentata quindi ho continuato, svuotato e riempito la lastoviglie, preparato cena mentre andavano due lavatrici. inutile dire che  quando mi sono seduta a tavola pareva uscirmi il fumo dalla mano. dopo lo speciale anteeprima di X-Factor 2015 - trovato per caso, ma si fa così? si fa senza avvertire? senza una pubblicità?? - ce ne siamo andati a dormire e per la prima volta dopo un mese ci ho messo dieci minuti scarsi a prender sonno. oggi mi sento rigeneratica ed energica, se non fosse per questo cazzo di male alla mano che purtroppo non è passato. Sto iniziando a preoccuparmi per davvero... anche perchè lì per lì non ci avevo pensato ma non può essere nulla di correllato all'usura dei giorni passati perchè parliamo della mano sinistra e io non sono mancina. non è un male lancinante, è un fastidio intenso, ma aumenta a seconda di quanto la utilizzo quindi se si trattasse della destra sarebbe davvero un problema. da pranzo proverò a stare coperta di voltaren fino a domani e se domani dopo l'ufficio non sarà ancora passato mi recherò dal medico. tanto lo so che mi manderà a fare una lastra, non è che mi guarda nelle pupille degli occhi e sa cos'ho... per questo vorrei evitare ma non posso nemmeno rimanere così. Diversamente vorrei andare a fare due commissioni in un paese vicino in tutta calma dato che Ego non ci sarà a cena perchè andrà direttamente alla riunione del fantacalcio, cenare con qualche schifezza e attaccarmi al ferro da stiro tutta la sera con le puntate finalo della terza stagione di Mistresses al pc. 
Diciamo pure che i rintocchi della mia abitudinaria routine mi fanno sentire al sicuro e mi sento già molto più serena rispetto a quando ero in ferie. un ammissione di fallimento a mio parere, la dimostrazione che sparata nello spazio senza scadenze, orari e doveri non so stare al mondo.. ma grazie al cielo ho anche imparato a rendermi conto che si, non sarò il massimo, ma c'è anche molto molto di peggio per cui amen. 
Tra poco andrò in paese dal macellaio e al pet-shop a racimolare un po' di pappa per i pelosi e con questo dovrei aver definitivamente rigenerato le scorte mangerecce della Gcasa che fino a ieri davvero il frigo piangeva, frigo che necessita anch'esso di una dovuta disinfettazione che conto di fare venerdì che sarò di riposo a casa. voglio sbrinare il freezer, che è più o meno messo così 


- non l'ho mai fatto in cinque anni, vergognosa che sono - e mentre lui si sbrina pulire il frigo. Stasera invece dopo il lavoro ho l'appuntamento dall'estetista per baffetti e epilazione permanente, che in ferie mi ha dato grandi soddisfazioni... ho passato il rasoio il giorno prima di partire e ad oggi ho due peli due, di numero... una pacchia, posso sopportare quei centottanta minuti di pizzichio per avere in cambio questo ed era il mese giusto per mostrarsi perchè stavo iniziando a pensare di gettare la spugna non vedendo significativi risultati...
dopo la ceretta al baffo io devo correre dritto a casa perchè sono uno spettacolo, tutta truccata con solo la lunotta sulle labbra senza trucco, solitamente di un fucsia accesso per l'irritazione della cera, con eventuali tracce di mascara sparso sotto gli occhi per la lacrimazione da cera calda. mi metterò quindi a sistemare la montagna di scartofie che ho accumulato in queste mese nel quale a volte non ho nemmeno aperto la posta che tanto i soldi per pagare le bollette non li avevo ma ora è anche ora di pagarne qualcuna.
Si ricomincia anche con questo, con i conti che non tornano mai e l'austerity e la rabbia verso chi possiede quasi tre stipendi che ti spettano - di cui uno comprensivo di rimborso della dichiarazione dei redditi che quest'anno è di seicento euro e mi farebbero tanto comodo. 

martedì 1 settembre 2015

Ho male

alle articolazioni della mano sinistra al punto di far fatica a chiudere ed aprire il pugno.
E' vero che ho pacioccato parecchio negli ultimi giorni, tra ritoccare tutte le porte e finestre di casa con lo smalto ad acqua, pulizie varie e lunghe sedute stiro, ma è anche vero che c'ho trent'anni e non settanta.
inutile dire che sto già pensando ad artitrite prematura e malattie neurodegenerative.
Le tre ore di sonno sicuramente non influenzano positivamente la mia situazione fisica odierna... ma era prevedibile che sarebbe andata così e va bene. stasera sarò distrutta e dal risveglio di domani tutto tornerà alla normalità - anche perchè un altra notte così io non la supero, mi bevo l'idraulico liquido.
forse male così non lo era mai stata... io volevo dormire, lo volevo con tutta me stessa, ma il sonno non c'era, neanche la parvenza, neanche alle 4.20 dopo una camomilla, dieci gocce di xanas, innumerevoli sigarette e bicchieri d'acqua, un pacchetto di fonzie, una barretta di cioccolato e vari spostamenti divano/letto, letto/divano... e alla fine ha vinto il letto nonostante la cosa che vi era già adagiata sopra, ma non so che ora fosse, sicuramente erano passate le 5. Ego mi diventa la cosa quando non riesco a dormire. in quei momenti lo odio, lo disprezzo, ne farei polpette. respira, si muove, invade la mia parte di letto, ma sopratutto dorme - incurante dei mali del mondo che gli girano intorno schizzandomi fuori dagli occhi. lui dorme così profondamente, fa esattamente quello che io desidero con tutta me stessa fare, e io lo guardo con gli occhi della rapina... come se il mio sonno fosse lui a rubarmelo. che poi in tante occasioni non è neanche errato, ma non è l'aspettto della questione che considero. Che poi, se si trattasse di insonnia, quella vera, sarebbe tutta un'altra cosa. 
L'insonnia è dormire poco, semplicemente. chi soffre d'insonnia non dorme più di tot ore a notte ed è apposto così, non sta male il giorno dopo, non muore di sonno dopo pranzo. Io non riesco ad addormentarmi, che è molto diverso, e quelle ore che perdo mi servono come l'aria, il giorno dopo non sto in piedi. Non oggi, ma solo perchè ho fatto il carico da novanta per un mese consecutivo. 
Mi ha sempre affascinato tantissimo l'insonnia, quella vera.
Mi sono sempre immaginata insonne da un certo punto in poi, adulta e abbastanza risolta da alzarmi presto la mattina spontaneamente e magari scirvere con una tazza di caffè all'alba assonnata ma riposata.
L'iconografia della donna un po' sfatta in tenuta da casa, l'occhialone, una sigretta tra le dite, una luce leggera o soltanto quella dello schermo del pc, che a notte inoltrata scrive serenamente. Ormai sono sicura che non lo sarò mai, sarò di quei rari casi di cinquantenni/sessantenni che se li lasci dormire ti tirano ancora fino a mezzogiorno tranquillamente.
Poi li senti quei loschi figuri che tutte le mattine aprono gli occhi alle 7 come grilli che ti dicono ma cosa dici? ma magari io riuscissi a dormire, a non alzarmi tutte le mattine alle 7 pure se sono andato a dormire alle 5! ma perchè? perchè se non hai un mostro che ti trattiene con la forza a letto? perchè sprecare tempo così? la vita è bella, la vita è una sola, la vita si alza prima di tutti. 
Se sommo le ore che ho passato a dormire la mattina nella mia vita, ci ricavo quasi un'altra infanzia, un'altra adolescenza.
forse se non avessi dormito ora sei laureata, avrei conseguito la licenza di insegnante di danza, avrei un fisico da urlo, avrei l 'amante, avrei una casa che brilla, avrei letto una marei di libri, avrei fatto un corso di fotografia. 

In ufficio, dopo i trentun giorni, e - lo so che lo dicevo anche cinque anni fa, sette, nove ma perdonatela perchè non sapeva quel che diceva - ne ho già piene le palle quanto prima. non si puo più scappare dalla realtà, è giunta l'ora di affrontarla.

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